Mons. Dionisio nel Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina: «Oggi c’è una lotta contro la bestia apocalittica, che lancia fuoco dalle sue teste di drago su tutta l’Ucraina»

24 agosto 2022

Omelia dell’Esarca Apostolico Mons. Dionisio Lachovicz pronunciata durante la Divina Liturgia nella Chiesa Cattedrale in occasione dell’anniversario dell’Indipendenza dell’Ucraina

Mons. Dionisio nel Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina: «Oggi c’è una lotta contro la bestia apocalittica, che lancia fuoco dalle sue teste di drago su tutta l’Ucraina»

Sia lodato Gesù Cristo! Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari ucraini! Oggi celebriamo questa Divina Liturgia in occasione del 31 ° anniversario della dichiarazione di Indipendenza dell’Ucraina. La luce che promana dall’ascolto della lettura del Santo Vangelo e della Seconda Lettera dell’apostolo Paolo ai Corinzi illumini il nostro cammino personale e nazionale verso il futuro. Questa è la Parola di Dio, che è chiamata a diventare il nostro corpo, la nostra vita

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che nella sinagoga c’era un uomo con uno spirito immondo che urlava. Quello spirito immondo ci urla ora non nella sinagoga, ma in Ucraina e in tutto il mondo. Il Santo Vangelo dice che Gesù lo minacciò: «Taci, esci da lui! Lo spirito immondo scosse l’uomo, gridò a gran voce e lo lasciò». Gesù lottò contro le tentazioni del diavolo e scacciò i demoni dalle persone da loro possedute. Oggi dobbiamo chiedere a Dio di fermare quello spirito immondo e pazzo, di non scuotere l’Ucraina, di non uccidere, di non violentare, di non distruggere le nostre città e villaggi. Oggi c’è una lotta contro la bestia apocalittica, che lancia fuoco dalle sue teste di drago su tutta l’Ucraina e minaccia di lanciare fuoco nucleare sul mondo intero. Gesù Cristo condusse una lotta continua contro il diavolo e contro la sua astuzia, fariseismo e menzogna. Per questo soffrì e fu condannato a morte.

Celebriamo il 31 ° anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina e allo stesso tempo combattiamo questa bestia apocalittica che sta divorando l’Ucraina e distruggendo il suo popolo.

Il ricordo della dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina è un giorno per sperimentare il valore del dono della libertà e dell’unità del nostro Stato. Questo anniversario della celebrazione dell’indipendenza è molto doloroso e cosparso di sangue. Viviamo in un’epoca in cui notiamo il prezzo della libertà. Ragazzi e ragazze cadono ogni giorno, difendendo il diritto della loro gente alla libertà, così come difendendo la libertà dell’Europa e del mondo intero.

Il diritto alla libertà non significa chiusura in se stessi, nella propria nazionalità. Il diritto alla libertà va di pari passo con la comunicazione con gli altri popoli, lo scambio e la condivisione della ricchezza della natura, della cultura e dei talenti dei propri figli e figlie. Un popolo chiuso non può mai essere veramente felice. Le cortine di ferro o qualsiasi altro muro non rendono felici le nazioni.

La Russia sta cercando di negare questo diritto. Trascura il diritto all’integrità dell’Ucraina e lo fa con la forza. Abbiamo il diritto di difenderci! Non solo un diritto, ma un obbligo morale. Quando qualcuno vuole uccidermi, io posso scegliere di non difendermi e dire all’attaccante: «La pace sia con te!» Tuttavia, quando qualcuno attacca mio fratello o il mio popolo, ho l’obbligo morale di difenderlo. Da questo dovere non posso sottrarmi; Non posso essere un disertore se amo davvero mio fratello, se amo davvero il mio popolo. «Nessuno può amare più di quando dà la vita per i suoi amici» (Gv 17, 13). Quando qualcuno attacca un altro, ci sarà vera pace solo quando l’attaccante smetterà di commettere il suo crimine. Non c’è pace senza giustizia!

Ora viene versato sangue per la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina. Questo è il sangue dei nostri eroi, dei nostri figli… Ma è anche il nostro sangue, questo è il mio sangue… Il filosofo ebreo contemporaneo Emanuel Levinas, scrive: «Il passato dell’altro e in qualche misura la storia dell’umanità, a cui non ho mai partecipato, a cui non sono mai stato presente, è il mio passato, così come il suo futuro, come se avesse già maturato in me». Perché l’uomo non è un essere isolato. L’uomo è un essere sociale e, in modo positivo o negativo, ne prendiamo parte.

Abbiamo ascoltato l’appello dell’apostolo Paolo ai Corinzi. L’Apostolo delle genti ci chiama: «Allargate il cuore anche voi! Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli?»

Non fate come gli infedeli, che a volte invocano Dio, ma in realtà sono bugiardi, miscredenti, bestemmiatori. Sono incapaci di dire la verità, incapaci di fare del bene. Non bisogna cadere sotto il loro giogo. Qual’è la comunanza tra rettitudine e illegalità; tra luce e oscurità; tra Cristo e il diavolo; qual è il nostro punto in comune con l’ideologia della «pace russa»? È un idolo ideologico fabbricato che beve il sangue delle persone e uccide gli innocenti. Questa è una bestia che vuole mangiare, bruciare, distruggere tutto. Un drago apocalittico che lancia fuoco, ma in quel fuoco sarà sconfitto lui stesso. Stiamo attenti! Non lasciamoci sviare da questa bestia, il mostro! Odio, desiderio di vendetta, bugie, oscurità della morte. È così che ci uccidiamo. Introduciamo quello spirito immondo nei nostri cuori. E noi siamo chiamati ad essere il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: «Io abiterò in loro e (tra loro) camminerò. Io sarò il loro Dio e loro saranno il mio popolo». La nostra vittoria è in Dio, nell’amore, nel perdono. L’amore può essere ucciso, ma risorgerà sempre! La nostra vittoria è nell’amore, nella verità, nel bene!

In questa Divina Liturgia, poniamo sull’altare di Dio tutti coloro che sono morti in questa guerra, tutti i soldati che stanno ancora al fronte, feriti e moralmente spezzati, tutte le vedove e gli orfani, che il Signore abbia pietà e li salvi.

Roma, Cattedrale della Madonna di Zhyrovyci e Santi Martiri Sergio e Bacco, 24 agosto 2022

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