La comunità ucraina di Genova ha festeggiato il suo 20° anniversario

20 novembre 2023

Il 19 novembre 2023 la comunità ucraina dell’Esarcato Apostolico nella città di Genova ha celebrato il 20 ° anniversario della sua fondazione, riunendo per la celebrazione coloro per i quali la Chiesa è diventata luogo di incontro e di solidarietà.

La comunità ucraina di Genova ha festeggiato il suo 20° anniversario

In occasione della festa comunitaria, nella Chiesa di S. Stefano, ubicata nel centro della città e dove si riunisce in preghiera la comunità ucraina, si è celebrata la Divina Liturgia. Erano presenti S. E. Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico, Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, Matteo Campore, rappresentante del Comune di Genova, Olha Harlan, Vice Console del Consolato Generale dell’Ucraina a Milano, rappresentanti delle autorità e di varie associazioni.

Il Vescovo Dionisio, nella sua omelia ha sottolineato l’importanza di donare amore agli altri, al prossimo, ricordando la parabola del Buon Samaritano, e anche, riflettendo sul tema: «dov’è Dio in mezzo a tutta questa sofferenza»? «A volte ci sembra che Dio non ascolti le nostre preghiere, perché la guerra continua, siamo dilaniati, tutto è distrutto. A volte sorge la domanda: dov’è il nostro Dio? Gli ebrei facevano questa domanda nei campi di concentramento. Ma è proprio in tali circostanze che Dio è con noi. Egli continua a soffrire con noi! Tutto questo lo ha sopportato prima su se stesso, e ha gridato: ”Dio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”.

Perciò, con le nostre sofferenze, integriamo nel nostro corpo ciò che manca alle sofferenze di Cristo per il suo corpo che è la Chiesa (cfr Col 1,24). A volte sembra che Gesù dorma su un cuscino e la barca affondi nella tempesta. Perciò, dobbiamo svegliare Gesù con la nostra preghiera. Gesù ha fatto tutto per la nostra salvezza e ora è nostro compito proteggere i nostri fratelli e sorelle, e il nostro popolo. E non c’è amore più grande di quello che dà la vita per il prossimo. Un cristiano non combatte per odio verso il nemico, ma per amore verso il suo popolo e i suoi fratelli. Oggi più che mai abbiamo bisogno di buoni Samaritani».


Il Vescovo ha inoltre osservato che solo attraverso la misericordia possiamo salvare il nostro cuore dalla crudeltà della guerra: aiutando chi è stato ferito, diventando come i medici, salviamo anche noi stessi, non lasciando entrare la crudeltà della guerra nel nostro cuore. «In questo momento, durante la guerra, siamo chiamati ad amare. Innanzitutto, non dobbiamo trascinare la guerra nei nostri cuori: odio, cattiveria, vendetta, perché tali sentimenti ci uccidono. Siamo chiamati a coltivare l’amore, ricevere la grazia di Dio, aiutare gli altri, diventando medici delle ”anime e dei corpi”, a curare le ferite degli altri. Perciò per curare le ferite degli altri bisogna essere sani, e non ferirsi a vicenda».

Inoltre, il Vescovo ha ringraziato la Chiesa italiana per l’aiuto dato al nostro popolo, che è un gesto d’amore e ricorda il comportamento del Buon Samaritano.

Successivamente, a Palazzo Ducale, ha avuto luogo uno spettacolo di presentazione della cultura ucraina, al quale erano presenti più di 300 ospiti.

Paola Bordilli, responsabile dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova, ha espresso la sua ammirazione per il concerto e ha ringraziato gli organizzatori, augurando coraggio agli ucraini e assicurando loro che le autorità cittadine continueranno a sostenere le loro iniziative.

Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico

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